Protestano le sigle sindacali del Fatebenefratelli: Nursing up, USB e CGIL. A darne notizia sono i dipendenti. Hanno sottoscritto, infatti, una petizione per rendere più sopportabili i disagi conseguenti  i lavori di ristrutturazione dell’Ospedale Sacco. Lavori resi possibili grazie ai fondi del PNRR. Interesseranno la struttura di via Gian Battista Grassi, ma andranno a gravare su tutti gli altri ospedali del gruppo,  e non solo.

Lavoratori critici su ristrutturazione Ospedale Sacco, nonostante i fondi del PNRR

Quella che doveva essere una grande conquista per la Sanità lombarda, dunque, rischia di innescare una serie di problematiche ad effetto domino. Protagonisti sono i lavoratori di tutti gli ospedali. La questione è stata sollevata dagli stessi dipendenti del gruppo. «I lavori in programma faranno partire circa 13 cantieri contemporaneamente – spiega Davide Monterisi, radiologo ed esponente sindacale di Nursing Up – il che significa disagio per i cittadini e per i lavoratori. Alcuni reparti saranno spostati al Fatebenefratelli, altri a Bollate, all’ASST Rhodense, al Buzzi, al Macedonio Melloni, Nord Milano, Ovest Milanese ed RSA Quarenghi». Una corsa contro il tempo resa necessaria per non perdere i fondi del PNRR, che rischia però di far perdere la pazienza ai pazienti, ma soprattutto ai lavoratori. «Due reparti di psichiatria al Fatebenefratelli andranno a generare un minimanicomio e di conseguenza una situazione di difficile gestione – puntualizza Monterisi -. Non solo, la mensa del Sacco con ogni probabilità verrà chiusa e a noi dipendenti non è ancora stato detto se verrà riconosciuto o meno il buono pasto».

Mancano i  parcheggi al Fatebenefratelli

In particolare, l’attenzione dei dipendenti che dovranno recarsi in altri ospedali per svolgere il turno di lavoro si concentra però  su trasporti e parcheggi. «La posizione centrale del Fatebenefratelli – in zona Porta Vittoria – non è di certo agevole per chi utilizza l’auto per recarsi al lavoro e deve sostare per un turno di almeno otto ore – fa notare il radiologo del Sacco -. Se ad oggi i posti auto non sono sufficienti per pazienti e dipendenti, figuriamoci quando arriveranno i lavoratori del Sacco. Come organizzazioni sindacali riteniamo che non sia più possibile continuare ad ignorare il problema, contando sul sacrificio di lavoratrici e lavoratori le cui difficoltà iniziano ancor prima del turno di lavoro con il problema del parcheggio. Non solo, quello che oggi potrebbe sembrare un problema marginale rischia di diventare gigantesco se si  considera che i lavori di  ristrutturazione al Sacco proseguiranno fino al 2026».

Cosa chiedono i lavoratori alla direzione per arginare i disagi causati dalla ristrutturazione Ospedale Sacco

In 24 ore sono oltre 200 le firme raccolte dalle sigle sindacali, segno evidente che il malessere è diffuso e i temi caldi sono diversi. Nella petizione, infatti, si avanzano pure delle soluzioni. «Abbiamo cercato di mettere in luce tutte le criticità e suggerire alla Direzione e a Regione Lombardia i possibili rimedi – fa notare l’esponente sindacale di Nursing Up -. In particolare, in tema di trasporti abbiamo pensato a delle agevolazioni per il trasporto in altri presidi, convenzione per accesso a parcheggi locali e un servizio navette».

Trasporto e mensa l’effetto “domino” della ristrutturazione su tutti i dipendenti dell’ASST

I punti nevralgici di questo piano di ristrutturazione per i lavoratori riguardano due ambiti: trasporto e mensa.

Per il trasporto i lavoratori vorrebbero:

  1. Un rimborso forfettario per le spese mensili di trasporto e conseguente disagio
  2. Una convenzione con parcheggi privati presso i presidi ospedalieri Sacco, Fatebenefratelli, Macedonio Melloni, Buzzi, Bollate e RSA Quarenghi
  3. Servizio navetta per i dipendenti

I lavoratori che invece rimarranno al Sacco chiedono:

  1. Un ticket giornaliero nel momento in cui la mensa non sarà più agibile
  2. Un locale dove consumare il proprio pasto
  3. Una quota mensile forfettaria a titolo di risarcimento danno causato dai lavori di ristrutturazione
  4. La garanzia, a fine lavori, di rientrare nel proprio reparto.

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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