Vivere a Milano è sempre più proibitivo e la casa un bene di lusso. Se da una parte le compravendite delle abitazioni negli ultimi dodici mesi sono crollate, i prezzi delle case non tendono a diminuire, al contrario sono aumentate anche del 41% e il costo al metro quadro è sempre più proibitivo, anche in periferia.
Perché la casa costa tanto a Milano?
Per comprendere quale sia il meccanismo per cui le case in città costano sempre di più occorre sapere che Milano da tempo capitale della Finanza, negli ultimi anni è diventata la meta preferita dei Paperon de Paperoni stranieri. Cosa significa questo? Che decine e centinaia di investitori la scelgono come meta dei loro affari e di conseguenza ne fanno la scelta di vita. Questa attrattività ha portato capitali per miliardi di euro che vengono investiti prevalentemente nel mattone. E così stanno crescendo palazzi e grattaceli di lusso in zone semi periferiche. Questi innesti fanno lievitare il valore immobiliare della zona con la conseguenza che per troppi milanesi acquistare casa diventa pressoché impossibile.
Non va meglio per gli affitti
Se acquistare è impossibile, per una sorta di effetto domino anche la locazione è proibitiva. Lo conferma uno studio fatto recentemente dal Politecnico di Milano. Il nuovo Osservatorio sulla casa ha evidenziato un incremento degli affitti negli ultimi dodici mesi pari al 22%. Cosa significa questo? Che vivere a Milano anche in affitto è possibile solo per categorie professionali medio alte.
Operai e infermieri i più penalizzati
Snocciolando i dati dello studio emerge infatti che: un operaio con gli stipendi attuali, può permettersi a Milano al massimo una casa di 23 metri quadrati se affitta o di 17 se sceglie di comprala. Non va meglio agli infermieri per i quali sono abbordabili solo 25 metri quadri in affitto o 19 se decidono di acquistare casa. Gli impiegati raggiungono i 31 metri quadrati in locazione e i 23 se acquistano. Persino per i ricercatori sono tempi duri, infatti, per vivere a Milano con il loro stipendio possono ambire ad un affitto di 35 metri quadrati o ad una casa di proprietà di 26 metri quadrati.
Tutti pendolari?
Le possibilità per chi lavora a Milano e vorrebbe vivere in città sono ridotte all’osso. Le case popolari spesso sono off limits per chi non ha un reddito perché le graduatorie premiano famiglie senza reddito e numerose, non certo chi ha uno stipendio se pur non adeguato al costo della casa. L’unica possibilità per molti dunque è la cintura. E così sono sempre più numerosi i milanesi costretti a fare i pendolari. Una soluzione più economica, ma di sicuro non agevole. Le limitazioni di area B e C impediscono di utilizzare la propria auto per raggiungere il luogo di lavoro. La sicurezza sui mezzi di trasporto non sempre è garantita, in particolare nelle prime ore della mattina e di sera.
Mancano politiche attive per la casa
Per rendere dunque Milano una città per tutti sarebbe necessario adeguare oltre a incentivare la rigenerazione urbana e il green, anche a studiare politiche attive per rendere accessibili gli immobili agli stipendi e gli stipendi al costo della vita. In questo modo si andrebbero a tutelare i lavoratori con stipendi medi e bassi che oggi non possono permettersi l’affitto di un bilocale in periferia (prezzo medio 1500 euro al mese) e tantomeno un trilocale (da 2000 a 2500 euro al mese).