<<Scelta condivisa con medici, operatori sanitari e direzione e resa possibile da tante donazioni. I tablet di Fondazione Vodafone permettono alla psicologa di dialogare  con pazienti e famigliari>>.

<<Abbiamo fatto una cosa che nel mondo non è mai stata fatta: abbiamo voluto, non dovuto, riconvertirci. Una cosa che non era paradossalmente mai stata fatta, neppure a Wuhan>>.

A parlare è il professor Luca Bernardo,  direttore della Casa pediatrica del Fatebenefratelli-Sacco, che grazie all’abnegazione della sua squadra, dal personale medico agli operatori sanitari, e alla volontà della direzione,  ha deciso di affrontare la battaglia contro il coronavirus in prima linea, trasformando quello che era un reparto di pediatria in Covid 19. 24 letti che accolgono i pazienti nella fase critica dopo il lungo periodo in terapia intensiva, ma prima del ritorno a casa.

<<Abbiamo dovuto modificare l’assetto, creando un’entrata sporca e una pulita, zona vestizione e svestizione e oblò alle porte. Tutte attenzioni necessarie rese possibili grazie alla tecnologia che ci ha permesso di aprire un reparto che abbiamo chiamato “Covid 19 Help” perché noi siamo l’aiuto per gli altri>>.

Una riconversione realizzata in quattro giorni che è stata possibile grazie alla solidarietà di famiglie milanesi, associazioni e fondazioni, tra cui Arianna e Renzo Rosso che hanno permesso  di costruire un’area a quattro stanze ad isolamento completo per accogliere pazienti con coronavirus e altre infezioni gravi, e fondazione Vodafone che ha donato i tablet impiegati per un progetto di supporto psicologico a pazienti e famigliari gestito dalla dottoressa Francesca Maisano.

<<Abbiamo la possibilità di contattare direttamente la persona ricoverata all’interno o i famigliari. Quando è necessario la psicologa entra nella zona protetta per sostenere  persone particolarmente fragili che cadono in depressione ed allora il tablet serve per far dialogare pazienti e famigliari>>.

<<Abbiamo attivato questo servizio dal lunedì al venerdì  pensando proprio di dare un supporto non solo ai pazienti, ma anche ai famigliari – puntualizza la dottoressa Maisano – il Covid19 purtroppo ha messo difronte anche ad una mancanza fisica come un abbraccio, una stretta di mano, che noi qui garantiamo, tra medici ed infermieri, ma ovviamente questo i famigliari non possono averlo ed allora  la possibilità di dare loro un conforto, anche da un punto di vista emotivo, è fondamentale.  All’interno del Covid Help supportiamo  i pazienti ricoverati da tantissime settimane e che inevitabilmente presentano ansie e depressioni importanti, dall’altra parte rimaniamo in contatto costante con i famigliari che possono chiamarci e farci tutte le domande del caso per poter contenere le loro angosce>>.

By Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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