I bambini,  sin dalla prima infanzia, imparano a scoprire il mondo attraverso i loro occhi , a riconoscere i volti di mamma e papà e anche a giocare. Ma se qualcosa nei primi anni di vita va storto nello sviluppo della vista, come possono accorgersene i genitori? Purtroppo, il rischio di arrivare tardi è molto alto. Tanto più se pediatri e lunghe liste d’attesa dilatano i tempi del primo controllo, spostandolo alla vigilia dell’inizio della scuola primaria.

In aumento i casi di miopia tra i bambini più piccoli

Mai come in questo momento invece è opportuno fare uno screening della vista entro i primi tre anni di vita.  Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, negli ultimi anni si è verificato un pesante e pericoloso incremento della miopia in bambini sempre più piccoli. Non solo, anche con forme  molto severe:  – 6 diottrie già a tre o quattro anni. Miopie che, se non diagnosticate per tempo, possono causare deficit irrecuperabili. Per questo motivo, e per cercare di colmare un vuoto dal Sistema Sanitario Italiano, l’Associazione progetto Elisa ha realizzato un programma di informazione con la stesura di un manuale pratico per genitori, pediatri e educatori e messo punto screening visivi per bambini da 0 a 3 anni.

Perché è importante uno screening nei primi tre anni di vita dei bambini

L’associazione è nata 20 anni fa per volere di Enrica Ferrazzi. La donna, dopo aver vissuto le problematiche visive di sua figlia Elisa,  ha dato vita all’associazione che oggi è il punto di riferimento per il primo screening visivo dei bambini da 0 a 3 anni in tutta Italia.

«Quando l’oculista disse che mia figlia aveva un grave problema di miopia ad un occhio, ho avvertito  subito un senso di colpa per non averle fatto fare alcuna valutazione prima. Cosa che avrebbe reso meno grave la situazione– racconta Enrica a Obiettivo Milano –. Purtroppo, a distanza di venti anni la situazione non è migliorata molto. Anzi, esistono ancora dei preconcetti sullo screening visivo nella prima infanzia per l’errata convinzione che un bambino, se non sa leggere, non può essere visitato. Niente di più lontano dalla realtà».

Gli occhi dei bambini, la prima guida completa della salute visiva dei più piccoli

Sulla spinta emotiva della sua esperienza personale e con la volontà di aiutare altri genitori a comprendere i difetti della vista dei più piccoli, Enrica Ferrazzi, giornalista e scrittrice, ha deciso quindi di scrivere  un manuale: “Gli occhi dei bambini”. Coautrice della prima guida completa della salute visiva dei più piccoli è Maria Stocchino, oculista napoletana impegnata da anni nell’associazione Progetto Elisa. «Il volume vuole essere  un manuale pratico e teorico su cosa fare per occuparsi della salute visiva del proprio bambino fin dalla nascita», riprende Ferrazzi

L’occhio strabico alla nascita si corregge? Non sempre è vero

«Una delle false convinzioni che andiamo a spiegare nel nostro manuale riguarda l’occhio strabico del neonato – spiega l’autrice -. Se un piccolo appena nato devia un occhio, si tende a pensare che sia normale. Non è così. Fino a tre mesi è possibile che si tratti di una deviazione temporanea, a sei mesi non è più vero e occorre agire per correggere la deviazione. Grazie agli screening che facciamo, abbiamo intercettato tanti  bambini con uno strabismo mai diagnosticato prima. Per questo il manuale è utile a genitori, ma anche a pediatri, baby-sitter e educatori».

Attenzione all’ipovisione mono oculare nei bambini

Circa il 5% dei bambini nati soffre di ambliopia mono oculare. Questo disturbo  interessa circa 5 o 6 mila neonati che, se non intercettati, sviluppano ipovisione monolaterale. «Gli occhi mandano le informazioni al cervello, uno corrette, l’altro distorte – fa notare la specialista -. Se il problema non viene riconosciuto, il cervello col tempo non recepisce le immagini brutte e spegne l’occhio malato, che non potrà più essere recuperato. Se invece si riconosce il problema nella prima infanzia si può correggere e recuperare un poco la vista».

 Vademecum per una corretta salute della vista

Diversi sono i segnali che lancia il bambino con un difetto visivo  nella prima infanzia. Enrica Ferrazzi e Maria Stocchino hanno  creato una sorta di vademecum da tenere a portata di mano.

  • Posizione storta del capo nel giocare o disegnare: una posizione anomala del capo durante il gioco o mentre il bambino colora potrebbe essere confusa con un torcicollo, può nascondere invece una problematica visiva.
  • Difficoltà a vedere la lavagna: se a scuola il bambino strizza gli occhi quando guarda alla lavagna, si alza dal banco per avvicinarsi o trascrive lettere e numeri in modo errato, deve essere sottoposto con urgenza ad uno screening oculistico.
  • Smartphone e tablet nemici degli occhi: permettere ai bambini di giocare con smartphone e tablet tende a peggiorare la vista perché implica al bambino una visione da vicino che favorisce lo sviluppo della miopia. Meglio dunque abituare il piccolo al gioco all’aria aperta che implica una visione da lontano.

 

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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