Siamo a Merezzate, nei pressi di Rogoredo Santa Giulia dove in un parco di 45 mila metri quadrati sta sorgendo un villaggio con appartamenti a basso impatto ambientale.

Si chiama Redo ed è il progetto studiato al Politecnico di Milano di abitare collaborativo destinato a diventare un hub innovativo della città. «Negli ultimi 10 anni si è sviluppato un nuovo modello di abitare che Redo ha tradotto in realtà con 615 soluzioni abitative, di cui 211 in vendita convenzionata. La restante parte è in locazione – spiega Roberta Conditi, project manager di Redo che ci accompagna all’interno del cantiere -. In questo progetto  si parla di abitare collaborativo che prevede spazi funzionali per attività della vita quotidiana, come la gestione dei bambini, l’acquisto di alimenti, o lo svolgimento di attività sportive. Ciò significa creare una comunità coesa partendo da un gruppo di perfetti sconosciuti».

Housing sociale e risparmio energetico

Una scommessa che ha radici lontane: «Per realizzare una collettività ideale, le persone si incontrano già sei mesi prima del trasferimento per organizzarsi rispetto delle attività utili, dalla gestione del trasloco all’acquisto dei mobili. Non solo,  le famiglie avranno a disposizione su un servizio di car sharing, attività commerciali, una scuola secondaria di primo grado di nuova costruzione,  una materna  e un orto condiviso che farà da cornice al villaggio immerso nel grande parco»

Il traffico anello debole

Il progetto di Merezzate rivoluzionerà il modello abitativo? Probabilmente sì, darà vita ad una nuova comunità che richiamerà le antiche corti di un tempo, dove il senso di vicinato era molto forte e la condivisione di spazi e servizi collante per i cittadini, eppure sono in molti a storcere il naso quando si fa cenno nel quartiere. In particolare, i vivaci membri del comitato Ungheria non si rassegnano ad una così grande lottizzazione e pongono subito in evidenza le criticità di un progetto che sembra aver trascurato un fattore essenziale, il traffico.

Ripensare la viabilità

«In origine dovevano essere 1200 gli appartamenti – esordisce Giuseppe De Pasquale del comitato Ungheria Bonfadini, mentre ci mostra da lontano il cantiere -. Grazie al nostro intervento si sono ridotti a 650, ma anche in questo caso sono troppi. Infatti, se ipotizziamo due elementi per famiglia, arriviamo a 1200 persone almeno con un’automobile, quindi ci saranno altre 650/700 macchine. Un numero abnorme per un quartiere già costipato di mezzi, anche pesanti, provenienti dalla Paullese e diretti all’area industriale e all’orto mercato». Una riflessione che evidenza un limite della viabilità locale, da anni costretta a fare i conti con due sole vie d’accesso alla città. «Chi proviene da est e deve recarsi a Milano oggi può accedere da via Zama o da via Salomone – illustra con piantine e grafici De Pasquale –, ciò significa che avremo un numero sempre maggiore di auto che confluiranno in piazzale Ovidio, via Marco Brutto o via Lombroso. La viabilità sarà dunque il vero grande problema di tutto il quartiere».

Nessuna risposta dal Politecnico

«Noi abbiamo chiesto di fare un piano organico per capire dove saranno convogliate tutte le auto che si aggiungeranno a quelle già esistenti.  Gli ingegneri del Politecnico credono che il car sharing sarà risolutivo. Pura illusione,  l’unico modo per decongestionare il traffico su via Salomone, viale Ungheria e piazza Ovidio è realizzare delle uscite sul versante di via Bologna. Non solo, il progetto del prolungamento della Paullese  andrebbe ad impattare sul centro abitativo di Cascina Merezzate e sull’asilo nido. Un danno inimmaginabile da un punto di vista ambientale oltre che inutile – chiosa –. Per altro esiste già una proposta alternativa, accolta dall’Assessore Granelli, che prevede una deviazione dei mezzi pesanti verso piazza Mistral e via Toffetti». Il progetto “della discordia” non è ancora terminato, il Covid ha dilatato i tempi di realizzo, offrendo magari la possibilità di arrivare ad un compromesso.

By Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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