L’inquinamento si può vincere con i murales. A dimostrarlo è Andrea Amato con Retake Milano, associazione che ha “insegnato” a ridurre lo smog, grazie ad una vernice impiegata nella realizzazione dei murales del benessere. Una intuizione nata alcuni anni fa, alla vigilia di Expo, e testata dapprima al giardino condiviso del Municipio 6 e poi proposta in vari angoli della città. Oggi Andrea è nella top ten dei milanesi 2020 per tutte le attività fatte dall’associazione durante la pandemia: dai murales, alle mascherine fino ai tablet per gli studenti nel secondo lockdown. Ma è la vernice che pulisce l’aria a rappresentare la vera novità portata da Andrea e Retake. «Sapete che impatto economico ha sulla città l’azione dei vandali, considerando anche l’arredo urbano e i mezzi di trasporto? Senza contare quanto incide sul turismo. In Italia ogni anno vengono investiti 700 milioni di euro per cancellare scritte e disegni sui muri. Solo a Milano per pulire le scritte ce ne vogliono 100. La Moratti in occasione di Expo ne spese 24 milioni per far sì che la città fosse pulita. Eppure, oltre allo slogan “Tolleranza 0”, non ci sono mai state iniziative durature da parte delle istituzioni.  Così, insieme ad un comitato di residenti del Municipio 3, che combattevano la prostituzione e il turismo sessuale presente su viale Abruzzi, dieci anni fa abbiamo iniziato ad essere parte attiva del progetto quartiere pulito con una strategia d’intervento immediata». In 48 ore i volontari di Retake con i residenti del Municipio 3 guidati da Amato sono scesi in strada ed hanno verniciato con un materiale proveniente dalla Francia. «Il prodotto che pulisce l’aria nasce a Londra, dall’idea di un ingegnere italiano, ed è stato testato a Parigi» racconta il coordinatore di Retake Milano. Un successo su due fronti: disincentivare i vandali a reiterare il danno e restituire aria pulita alla città. «È appurato scientificamente che l’immediatezza d’intervento spegne i writers. Il loro obiettivo è infatti rimanere sulla piazza con un’opera il più a lungo possibile, se vedono che in poche ore il lavoro viene cancellato perdono entusiasmo e non ripetono il danno. È un’equazione matematica – ribadisce Amato – Visto il successo iniziale, abbiamo ideato e replicato con i cleaning day all’Arco della Pace, a la Scala, al Duomo, ai giardini Guastalla, a la biblioteca Sormani e al giardino Montanelli».  Il passo successivo ha visto Retake pulire e migliorare, con dei murales, le zone degradate. A questo punto non si parla più solo di cancellare scritte, ma di abbellire con disegni curati nei minimi dettagli, in grado di catturare l’attenzione anche dei turisti. «Un successo – riprende il presidente di Retake – che diventa oggetto di curiosità nel momento in cui si scopre che la medicina per abbassare il livello dell’inquinamento esiste ed è un bosco invisibile. Permette di ridurre lo smog fino all’89%. Il tema è sempre attuale nelle grandi città, pertanto, non potendo agire più di tanto sull’emissione di PM10, abbiamo dovuto cercare delle soluzioni alternative.  E questo prodotto può risolvere in parte il problema». La notizia ci incuriosisce. «Il segreto sta nelle vernici fotocatalitiche, – racconta Andrea – in grado di purificare l’aria da agenti inquinanti, trasformandoli in sostanze innocue. Il tutto tramite l’azione della luce che di fatto mangia lo smog. Il processo che permette di purificare l’aria si chiama fotocatalisi ed è equiparabile alla fotosintesi clorofilliana delle piante». Le vernici, grazie alla fotocatalisi, permettono l’assorbimento di biossido di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, ammoniaca, formaldeide e uno dei principali responsabili dei danni all’ambiente e all’uomo: il PM10. «Tutto il gas di scarico delle auto si trasforma in sali minerali innocui grazie al biossido di titanio che si trova nelle vernici e, una volta fissato, svolge la funzione di catalizzatore per effetto dei raggi UV. Il risultato è sorprendente: un metro quadrato di superficie verniciata con prodotti fotocatalitici può mangiare in un’ora il 90% degli agenti inquinanti presenti in 80 metri cubi di aria, mentre 100 metri quadri di muro equivalgono a cento metri quadri di area boschiva». Un risultato sorprendente! Ci stupisce che se ne parli ancora troppo poco considerando che, oltre a purificare l’aria, la pittura fotocatalitica è in grado di combattere muffe e batteri, mentre negli ambienti chiusi può abbassare le temperature, permettendo un risparmio reale nel consumo di energia elettrica. La domanda è d’obbligo: perché il suo impiego è ancora marginale? «Non c’è comunicazione, si conosce poco e si dimentica troppo presto – ammette il presidente di Retake- ma non ci arrendiamo. La strada è questa, noi l’abbiamo intrapresa e continuiamo a seguirla. Nel 2016 abbiamo trattato in questo modo l’ex discarica del Giambellino, oggi giardino condiviso e siamo pronti a replicare. I risultati durano nel tempo, oltre l’immaginabile».

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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