Via Bolla, per chi vive a Milano è sinonimo di degrado, occupazione abusiva, povertà. Insomma, problemi all’ennesima potenza.  <<Benvenuti nella Milano che tutti fanno finta di non vedere>>, esordisce Donato, residente della zona.  <<Sono in prevalenza rom che un tempo vivevano nel grande campo nomade della zona. Poi con Expo tutto è cambiato, sono arrivati qui ed è iniziato il racket delle case abusive. Non aspettano altro che qualche anziano lasci l’appartamento per andare in ospedale per occuparlo. Sono posizionati nel parcheggio in camper e camioncini.  Osservano i movimenti e attendono il momento giusto per entrare in qualche appartamento. La cosa assurda in via Bolla è che tutto il degrado e l’occupazione abusiva riguardano tre palazzi>>. Poco distante c’è la palazzina abitata dalle  forze dell’Ordine, agenti in servizio o in pensione, come Donato, che si fanno rispettare. Hanno messo ringhiera, cancelli e non vengono assolutamente disturbati. Chi occupa abusivamente le case sa dove può andare e dove no. Quella zona è out per loro. Il degrado è sinonimo spesso di povertà, di spaccio e di furti. Un quadro che sembra essere il dipinto di via Bolla <<In passato abbiamo chiesto anche ad Aler di avere dei vigilantes, ma non abbiamo ottenuto nulla. Ci siamo allora organizzati noi in ronde sul territorio e in quel periodo, parlo di circa due/tre anni fa non abbiamo più avuto scippi – ci racconta – e anche le aggressioni ad anziani residenti, che purtroppo capitano da queste parti erano in netto calo. Dopo quel periodo la situazione è tornata come prima, anche peggio. Abbiamo chiesto le telecamere, ma sono state distrutte in pochi giorni. In compenso le loro funzionano a meraviglia. – sorride e ci mostra l’attrezzatura artigianale – Sì, hanno messo telecamere e controllano il territorio come fosse il loro fortino e i ragazzini i loro avamposti>>. Ciò che appare incredibile è che a poca distanza da qui sta nascendo Up Town, palazzi realizzati con tecniche ecosostenibili, molteplici servizi, dalle scuole a modelli di housing sociale, giardini e terrazzi fioriti, un vero paradiso a due passi dall’inferno. Un contrasto architettonico che non fa che aggravare la frustrazione di quanti ogni giorno cercano di risolvere un degrado ed un disagio sociale che li perseguita. <<Non pagano le bollette di luce e gas, vivono sulle spalle dei pochi in regola, i citofoni sono distrutti, le cantine trasformate in depositi di refurtiva di furti.  Da trent’anni via Bolla è così…, divisa in due parti e con il racket dell’occupazione abusiva a farne da padrona. Lo schema è sempre lo stesso – racconta Stefano, presidente del comitato Gallaratese – chi occupa mette nell’alloggio una donna incinta che non può essere allontanata, dopo pochi giorni a lei subentrano gli occupanti abusivi e ricomincia il giro in un altro appartamento>>.   <<La legge c’è   – ribadiscono a più riprese i residenti – chi ha diritto dovrebbe avere la casa, gli altri allontanati. Sarebbe sufficiente farla rispettare, invece non è così. Qui se una famiglia italiana è in difficoltà perde i figli, le donne rom hanno una media di quattro figli, ma nessuno li tocca>>. I cittadini aderenti al comitato Gallaratese non riescono a darsi pace… vorrebbero delle risposte che non arrivano, nel frattempo si sono organizzati in ronde, chat di gruppo per segnalare situazioni di degrado e persone sospette. Un lavoro certosino che si sta allargando a macchia d’olio in tutto il municipio 8.

By Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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