Monza aspetta la rossa e i campioni della Formula 1. Tutto è pronto all’Autodromo per accogliere i i piloti che da domani scenderanno in pista per le prove.  Come ogni anno alla vigilia del grande appuntamento sale l’adrenalina dei tifosi che invadono la città. Quest’anno però l’appuntamento più atteso dagli appassionati di motori sarà ancora più ricco. Non di pubblico o di entusiasmo, che di sicuro non mancheranno, ma di umanità. Infatti per la prima volta nel paddock sarà presente il food Truck di PizzAut  con i suoi pizzaioli e camerieri autistici pronti a sfornare e servire pizze a campioni e meccanici. Una nuova sfida di inclusione per gli organizzatori e per Nico Acampora, fondatore della prima pizzeria al mondo interamente  gestita da ragazzi autistici.

PizzAut un progetto per nutrire l’inclusione

Con il progetto “PizzAut nutrire l’inclusione” Nico Acampora, fondatore delle prime pizzerie gestite interamente da personale con disturbi dello spettro autistico, è diventato un modello di imprenditoria sociale in Italia e nel mondo. Due realtà, a Cascina de Pecchi (Mi) e Monza che hanno garantito ad Acampora,  lo scorso mese di giugno, il titolo di Cittadino europeo dell’anno 2023. «Vogliamo rendere inclusivo il luogo più esclusivo  della formula 1  –  ha dichiarato il fondatore di PizzAut -. La cosa innovativa e straordinaria è che 4 ragazzi autistici, due  pizzaioli e due camerieri avranno un ruolo concreto e attivo, cucinando le loro specialità».

Quattro ragazzi autistici lavoreranno nel Paddock

Dopo il premio, assegnato dall’Europarlamento e destinato a iniziative imprenditoriali che incoraggiano l’integrazione e la cooperazione transfrontaliera,  per il fondatore di PizzAut è tempo di una nuova sfida: far lavorare i suoi ragazzi in un ambiente internazionale affollato. Rumore e confusione non sono facili da gestire, in particolare per ragazzi autistici. Per questo Nico Acampora ha selezionato con cura i lavoratori  che saranno impegnati a sfornare pizze nel paddock numero 1. «Lavoreranno al gran premio di Monza Lorenzo, Edoardo, Nicolò e Lorenzino. Quattro ragazzi individuati in base alla passione per i motori e alle capacità di adattarsi alle caratteristiche di un luogo  – spiega il fondatore di PizzAut -. Sono emozionati, non vedono l’ora di dimostrare le loro abilità e di servire le pizze ai piloti preferiti».

Verso una nuova autonomia

«Costruire occasioni e opportunità che restituiscono autonomia e dignità, questo il messaggio che voglio lanciare alle istituzioni  – dice visibilmente commosso Nico -.  È impensabile che questi ragazzi non possano frequentare la scuola perché manca personale di sostegno, che non possano immaginare una propria autonomia anche lavorativa perché mancano le strutture per avvicinarli al mondo del lavoro e la volontà di inserirli in contesti lavorativi». La partecipazione al gran premio di Monza vuole essere perciò un faro per illuminare la strada verso una nuova autonomia per i ragazzi con disturbi dello spettro autistico.

In Italia su 600 mila persone autistiche, meno del 2% lavorano

Sono oltre 6 milioni le persone affette da disturbi dello spettro autistico in Europa, un bambino ogni 89 nati. Numeri in costante crescita che necessitano di attenzione perché «Troppo spesso senza diritti e dimenticate dalla società – ricorda Acampora -. Su 600 mila persone autistiche in Italia lavora meno del 2% – fa notare il fondatore di PizzAut -. Le aziende italiane che hanno l’obbligo di assumere una persona diversamente abile su 15, piuttosto pagano multe, anziché attenersi alla legge. Non solo, quando le assumono nella maggior parte dei casi scelgono persone con disabilità fisiche, mai cognitive e relazionali come l’autismo. Questo perché l’autismo mette in discussione le persone, le aziende e ciascuno di noi. Ma aiuta a crescere». Lo sa bene Nico Acampora che fa di questa battaglia, dapprima famigliare – per dare un futuro al figlio con disturbi dello spettro autistico – ed oggi imprenditoriale, il suo leitmotiv.

Trentacinque dipendenti e un’accademia, il modello vincente di PizzAut

«I ragazzi autistici sono lavoratori straordinari – aggiunge – la pizza è buonissima, tanto che siamo stati anche menzionati tra le dieci pizzerie più buone di Milano e provincia. I nostri ristoranti sono sold out fino al prossimo autunno». Un’azienda dunque consolidata che oggi dà lavoro a 35 ragazzi con disturbi dello spettro autistico. Non solo, per formare il personale il fondatore di PizzAut ha creato anche un’accademia che ospita 150 futuri pizzaioli e camerieri di sala, tutti con disturbi dello spettro autistico. «Non tutti i nostri ragazzi fanno lo stesso lavoro – spiega Acampora -. C’è chi è portato per stare a contatto con i clienti e chi invece è più creativo e dunque si trova meglio in cucina. Nel percorso di formazione oltre ad insegnare cerchiamo di capire anche qual è la loro giusta collocazione».

Dal Presidente della Repubblica al Papa, i clienti illustri di PizzAut

Negli anni PizzAut si è distinta anche per aver avuto tra i suoi clienti personaggi illustri: dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fino a Papa Francesco. «Ad ognuna di queste personalità è stata dedicata una pizza – ricorda -. La fantasia dei nostri ragazzi ha permesso di creare accostamenti curiosi, a volte bizzarri, ma assolutamente insuperabili nel gusto tanto che la nostra pizza si è guadagnata il titolo di più buona della galassia conosciuta». Sorride il papà di PizzAut che il prossimo 7 novembre sarà a Bruxelles per ricevere il premio di cittadino europeo dell’anno nel frattempo scalda i motori per la prossima sfida al gran Premio di Monza.

Allo Start la pizza AUTodromo

Per l’occasione i ragazzi di PizzAut hanno messo in campo la loro fantasia ideando  la pizza AUTodromo, dedicata al gran premio di Monza e ai suoi protagonisti. Questa nuova prelibatezza che sarà battezzata proprio a Monza, avrà i sapori e i colori dell’Italia, un richiamo alla città di Monza e un gusto internazionale. Tra gli ingredienti ci sarà un impasto lievitato 72 ore, pomodoro e mozzarella fior di latte, arricchito con luganega, la salsiccia della tradizione culinaria lombarda; e poi la crema di panna e zafferano e la rucoletta. «Essere presenti al gran premio di formula 1 con questa modalità – prosegue Acampora – consente di raccontare ad un pubblico internazionale che le persone autistiche possono lavorare e che l’inclusione può e deve correre».

 

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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