Si chiama Z3xMi, acronimo di zona tre per Milano, non è un giornale ma è molto più di un blog, ha una grafica studiata, una pubblicazione quasi quotidiana e tante penne disposte a mettersi in gioco per denunciare criticità, segnalare iniziative e ravvivare con confronti e dibattiti la piazza virtuale del municipio 3. Incontriamo l’anima del progetto, Paolo Morandi, in piazza Leonardo Da Vinci, all’ingresso dell’università Statale di Milano. A lui il merito dell’idea e della veste grafica di quello che oggi è, numeri alla mano, il primo city journal italiano con oltre 500 accessi unici giornalieri, una newsletter con 2500 iscritti e altri 2000 che seguono quotidianamente le notizie sulla pagina Facebook. Il secondo lockdown e la paura del virus va di pari passo con la preoccupazione di un futuro economico che sembra essere sempre più incerto,  eppure, il Covid non ha fermato la “macchina delle notizie” virtuale, anzi spiega Paolo <<Con il lockdown si è ampliato il numero di persone che ci scrivono e, eccezion fatta per le riunioni di redazione che oggi si fanno via zoom o teams, il giornale digitale di un territorio che conta più abitanti di  Brescia o Mantova, non ha risentito della pandemia proprio perché la gente è più attenta alla realtà che sta intorno. Le segnalazioni riguardano degrado, incuria e sporcizia, ma soprattutto strade con buche profonde, piuttosto che marciapiedi rovinati, o ancora cambiamenti negli aspetti urbanistici della zona ad esempio: lo spostamento dell’università statale nella zona Expo, o del Besta e dell’Istituto dei Tumori alla cittadella della salute di Sesto San Giovanni che i residenti contestano con ardore>>. Il rischio di diventare un municipio dormitorio rappresenta uno dei grandi temi su cui dibattere perché, se è vero che cultura e salute prenderanno altre vie, è ipotizzabile una flessione di tutta una serie di attività correlate che oggi sono linfa vitale per la cittadinanza del municipio tre. <<Intorno all’università Statale che di fatto è il cuore della zona battezzata appunto città studi esiste un indotto di affitti, attività di ristorazione e commerciali che vivono grazie alla presenza di tanti studenti, nel momento in cui questi andranno altrove, si creerà una voragine difficile da colmare se non si progetta sin d’ora il futuro – ammette sconsolato Paolo mentre guarda l’imponente edificio rinascimentale che oggi ospita la sede dell’ateneo lombardo più grande – a perdere sarà tutta la comunità perché non solo ci saranno affitti da ricollocare, attività di ristoro con gravi perdite, ma anche la cultura avrà un contraccolpo, a cominciare dai teatri e mostre che fino a ieri rappresentavano una risorsa importante  a traino dell’università che oggi sono fermi per il Covid e domani potrebbero non avere futuro. Un discorso analogo riguarda il comparto salute, l’istituto dei Tumori e il Besta sono una risorsa per il municipio 3, nel momento in cui saranno trasferiti a Sesto San Giovanni se non ci saranno soluzioni alternative lasceranno un municipio orfano>>. Il covid ha rallentato il municipio come tutta Milano, ma loro sono sempre presenti, e non hanno mai distolto l’attenzione dai grandi temi, come la salute. <<Abbiamo fatto raccolta firme e interviste a medici di base perché alla fine avremo solo due presidi assistenziali su un territorio di 160 mila persone, mentre la legge dice che dovrebbero essere uno ogni venti mila abitanti. Insomma, un cambiamento che peserà come un macigno sulla popolazione già provata dalla pandemia>>. Un municipio destinato a perdere molto in termini economici. Per questo, ma non solo, le associazioni del territorio anche durante il lockdown proseguono la loro attività a distanza per non spezzare il filo rosso con il territorio che in alcuni casi è una vera e propria linfa vitale.

By Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *