È mercoledì e alla stazione di Rogoredo è il momento dell’incontro tra i volontari e ragazzi segnati dalla droga. E’ una sera speciale perché a dialogare con i giovani c’è anche l’arcivescovo Del Pini. Parla con loro, li invita a cercare Dio anche dove sembra impossibile trovarlo e a non perdere la volontà di uscire dal tunnel.

Una speranza che ogni settimana tanti operatori dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, della casa del Giovane di Pavia e della Croce Rossa cercano di alimentare con una bevanda calda, due chiacchiere e un libro. Sì, perché la cultura può fare miracoli. Ne sono convinti i volontari.  Propongono un testo per alleviare la solitudine, un racconto scelto sui gusti, sulla personalità e sulle paure dei ragazzi del bosco. Per ognuno c’è una dedica scritta a mano da chi ha donato il libro. Loro la leggono, fanno un sorriso, ringraziano e vanno via. Sono una cinquantina tra i venti e i quarant’anni che ogni settimana si presentano all’appuntamento con i volontari. Ormai li conoscono e si fidano.

«Così comincia la risalita», racconta Simone Feder, autore del libro “Alice e le regole del Bosco” edito da Mondadori. «E’ la storia di un’adolescente caduta nel tunnel della droga e riuscita, dopo un lungo percorso, a risalire la china. Oggi Alice ce l’ha fatta, o meglio ce la sta facendo – si corregge – perché il rischio di inciampare ancora nella droga è alto, ma siamo fiduciosi», spiega Simone circondato dai suoi ragazzi.

«Facciamo servizio, ma al tempo stesso cerchiamo di capire dove stiamo andando, quali sono le nuove direzioni da prendere come educatori. Oggi c’è un disagio che ci pone degli interrogativi su come meglio agire per dare risposta a questi bisogni nuovi».

«Hanno sete di cultura e di sogni questi giovani» raccontano le ragazze che fanno volontariato per aiutare i coetanei. Il successo dell’iniziativa “dona un libro al bosco” si percepisce da quanti si fermano, sfogliano i libri, fanno domande e poi scelgono un testo. «Sono avventure o biografie – racconta Marica, una delle volontarie – ultimamente mi chiedono  storie d’amore, segno che vogliono continuare a vivere e a sperare».

Quel futuro che Alice, la protagonista del libro di Simone Feder ha ritrovato. «L’estate scorsa ha fatto la maturità, da un anno è fuori dal giro della droga», spiega Marica, che confessa di aver iniziato a fare la volontaria perché colpita da coetanei che incrociava ogni mattina. Lei andava a scuola, loro nel bosco. «Molti erano proprio come me – racconta – avevano le Adidas ai piedi e lo zaino in spalla ed allora mi sono chiesta perché andavano in quella direzione e ho cercato di immaginare i genitori. Oggi  ho alcune risposte ai quesiti di allora e cerco di aiutarli a vedere una luce in fondo al tunnel».

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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