Alcune persone presentano i sintomi del Long Covid dopo settimane e mesi dalla fine della malattia. Oltre a fattori di rischio come l’essere donna e soffrire di allergie, un recente studio di Humanitas University ha evidenziato come ciò dipenda dalla durata dell’infezione e dall’essersi sottoposti, o meno, al vaccino.

Lo studio

«Studiare gli effetti del virus a lungo termine richiede un impegno continuativo per  mesi su una serie di manifestazioni complesse – ha spiegato Maria Rescigno, Prorettrice di Humanitas University e Responsabile del laboratorio di Immunologia delle mucose e microbiota di Humanitas -. Non a caso, il Long Covid viene definito genericamente come il perdurare di almeno un sintomo  tra  stanchezza estremamal di testa, nebbia cognitiva, perdita dell’olfatto e disturbi al sistema cardiovascolare e respiratorio per almeno 4 settimane dai primi segnali dell’infezione».

Correlazione tra durata della malattia e Long Covid

Lo studio pubblicato su Clinical Infectious Diseases, ha messo in luce due aspetti importanti: la correlazione tra durata della positività al virus e Long Covid; e gli effetti del vaccino sul Long Covid. Secondo quanto emerso dallo studio essere vaccinati con tre dosi, infatti, protegge non solo dalle forme gravi di malattia, ma anche dal protrarsi dei sintomi nel tempo. Secondo lo studio fatto, su 100 persone non vaccinate, 41 hanno sviluppato una forma di Long Covid, mentre tra i vaccinati con tre dosi solo 16 hanno avuto disturbi riconducibili al Long Covid. I dati pubblicati su Clinical Infectious Diseases evidenziano come la probabilità di contrarre il Long Covid aumenti con il crescere della durata della positività al virus Sars Cov-2. Una durata che  risulta ridotta in modo sostanziale nelle persone protette dal vaccino.

Perché il vaccino protegge

«Il vaccino protegge da Long Covid perché riduce la durata dell’infezione – ha fatto notare Maria Rescigno -. Se il virus è presente all’interno dell’organismo per meno tempo, c’è meno rischio che la risposta immunitaria e infiammatoria scatenata dalla sua presenza si cronicizzi e dia origine a sintomi che perdurano anche in assenza dell’agente scatenante iniziale».

 

 

 

 

 

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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