Con un fondo di 10 milioni di euro annui dal 2023 al 2031 stanziato dal Governo, è partita la battaglia al gas radon indoor; una miscela gassosa inodore e incolore che spesso si nasconde in abitazioni ed uffici causando col tempo neoplasie polmonari. Il provvedimento, ai sensi del decreto legislativo del 31 luglio 2020, ha l’obiettivo di attuare interventi di prevenzione e riduzione della concentrazione di radon indoor.

Cos’è il gas radon

Questo killer silenzioso, ritenuto altamente cancerogeno è stato rilevato nei mesi scorsi nei sotterranei del Palazzo di Giustizia di Milano. Un episodio che secondo gli esperti potrebbe non essere isolato in città, dal momento che nella mappa dell’inquinamento da radon la Lombardia risulta essere una delle regioni con maggiore concentrazione.

Troppi decessi a causa del gas radon

In Italia si  contano 40 mila decessi l’anno. Tutti siamo esposti al gas radon che si trova nel suolo, nelle rocce, ma anche nelle acque e nel materiale per edilizia. A fare la differenza è la concentrazione. «Il gas radon viene liberato dalla crosta terrestre e viene assorbito dalle particelle di particolato di pulviscolo atmosferico. Quando si respira, in presenza di radon in aria, le particelle su cui si assorbe il gas radioattivo decadono, originando le cosiddette “figlie del radon” (“radon daughters”) che possono restare a lungo all’interno dei polmoni», ha spiegato il professor Domenico Maria Cavallo, biologo e dottore di Ricerca in Medicina del Lavoro e Igiene Industriale, docente presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi dell’Insubria. «Dopo anni di esposizione ad elevate dosi il rischio di sviluppare una neoplasia polmonare è alto. Risulta pertanto fondamentale adottare misure per ridurre l’esposizione al radon», ha sottolineato.

Dove si trova

Il gas radon penetra negli edifici attraverso: microfratture, giunzioni pareti-pavimento, fori delle tubazioni. È per questi motivi che è più probabile trovarlo in elevate concentrazioni negli interrati e seminterrati e nei piani rialzati privi di vespaio areato. Il meccanismo di penetrazione del radon nei luoghi chiusi è la piccola depressione che esiste tra l’interno degli edifici ed il suolo, dovuta alla differenza di temperatura tra l’interno (più caldo) e l’esterno (più freddo).  Ne consegue un’aspirazione dell’aria dal suolo, ricco di radon, verso l’interno dell’edificio. Per ridurre la concentrazione di radon all’interno degli edifici, è importante cambiare spesso l’aria nell’ambiente in cui si vive e nei luoghi di lavoro.

Programma nazionale radon

Le regioni avranno 120 giorni di tempo dalla data di entrata in vigore del decreto per adottare il provvedimento sulla base della concentrazione di radon presente sul territorio. «Il valore limite attualmente raccomandato è pari a 250 becquerel per metrocubo per le abitazioni nuove, 400 per edifici di vecchia realizzazione. – ha aggiunto il professor Cavallo -.L’OMS di recente ha proposto di uniformare il tutto a 100 becquerel per abbassare in modo significativo la dose a cui le persone possano essere esposte». Esiste un programma nazionale radon (PNR) coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e realizzato dalle agenzie regionali di protezione ambientale (ARPA)con i dosimetri che quantificano la presenza di gas radioattivi. Per prima cosa è opportuno perciò richiedere una verifica dei livelli di radon nell’ambiente. Dopodiché se i livelli sono superiori a quanto previsto dalla legge è indispensabile procedere con la bonifica.

Come attuare la bonifica

Per contenere la diffusione del radon sono necessari due tipi di intervento: strutturale con guaine impermeabilizzanti per evitare il contatto diretto tra terreno e costruzione; con  ventilazione forzata e l’immissione di aria dall’esterno per impedire al gas di fuoriuscire dalla terra.

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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