La Galleria, ristorante storico di Milano, resta chiuso nonostante la zona gialla. Il titolare, Pier Galli lamenta una eccessiva rigidità del Comune, proprietario dei muri. «Il sindaco Sala non fa sconti: ha consentito di rateizzare i canoni non pagati nel 2020 in 36 rate mensili, però negli ultimi giorni ha chiesto a tutti gli esercenti di garantire con fideiussione bancaria o assicurativa. Questo ci mette in grossa difficoltà».

Il Comune batte cassa

Una decisione che i commercianti del centro hanno recepito come una beffa, oltre al danno causato dalla pandemia. Sono stati costretti a fare scelte dolorose, a volte definitive. «La chiusura alle 18 per i ristoratori del centro è troppo penalizzante», spiega Galli che è titolare anche della Pizzeria di corso Magenta e ricopre il ruolo di portavoce dell’Associazione Salotto e consigliere di EPAM, associazione provinciale milanese dei pubblici esercizi. «Nel nostro caso poi ad aggravare la situazione ha contribuito la chiusura del Teatro La Scala e la mancanza del turismo internazionale. In entrambi i casi abbiamo perso un indotto importante che si aggira tra il 90 e il 95 percento del fatturato dell’anno precedente».

Differente la situazione della pizzeria di corso Magenta, come spiega lo stesso Galli. «Qui l’asporto funziona. Possiamo contare su famiglie residente e su chi trascorre brevi soggiorni a Milano per lavoro o salute. In Galleria, invece, non ci sono margini di possibilità, se non si può servire la cena al tavolo. Per tornare a lavorare sarebbe necessario restare aperti fino alle 22, meglio ancora alle 23 e dovrebbe esserci la ripresa dei teatri e dei cinema, se pur con i dovuti distanziamenti».

Appello al sindaco

Nessuna recriminazione nelle parole di Galli per l’errore di calcolo dell’RT che ha penalizzato oltre misura i commercianti, costretti a ritardare l’ingresso prima in zona arancione e poi in quella gialla. «Non credo che si possano definire con sicurezza le responsabilità, piuttosto vorrei conoscere l’incidenza che ha avuto l’apertura del nostro settore nei contagi. La categoria dei ristoratori è diventata il capro espiatorio di una situazione di aumento del virus che probabilmente ha avuto altre origini». È demoralizzato Galli, ma non si arrende «Il sindaco deve rivedere il piano di rientro per le attività che si trovano in edifici del Comune, altrimenti sarà difficile ripartire, soprattutto nelle zone depresse della città come è oggi la Galleria Vittorio Emanuele.  La speranza è che il piano vaccinale sia efficace e restituisca a Milano la sua vocazione internazionale».

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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