Siamo a Cascina Campazzo, all’ingresso del Parco agricolo Ticinello che rappresenta oggi una scommessa vinta e la perfetta integrazione tra agricoltura e città. Siamo in aperta campagna, eppure a soli 250 metri dalla stazione metropolitana di piazza Abbiategrasso, e a poco più di quattro chilometri dal Duomo di Milano.

Parco Ticinello dal 1990 il volto agricolo di Milano

Il merito di questo grande risultato va all’associazione Parco Ticinello che dal 1990 combatte per preservare questo territorio nella sua vocazione agricola originaria. «Gli anni ‘80 sono stati difficili perché i tentativi di trasformare questo terreno in edificabile sono stati molti – ci spiega Marina De Lorenzo volontaria dell’associazione che conta oggi 160 soci -. In particolare, siamo stati oggetto del famoso scandalo delle aree d’oro (un milione di metri quadrati tra via dei Missaglia e Ripamonti) che
ha coinvolto nel 1986 l’allora sindaco Tognoli, costringendolo alle dimissioni. Una vicenda che ha visto cittadini ed agricoltori mobilitarsi con su vari fronti per salvaguardare il territorio. Una volta risolta la faccenda con un definitivo riconoscimento di Cascina Campazzo nel Parco agricolo, l’associazione ha avviato una ricca campagna di promozione e di informazione su quelle che sono le attività della cascina e del parco. In questo luogo, che io definisco magico, si coltivano ancora quattro campi a marcite, una delle tecniche più antiche di coltura riconducibili ai monaci di Chiaravalle, oggi sopravvissuta in poche aree agricole della pianura padana. Si tratta di un sistema di ingegneria idraulica che permette di fare molti più tagli e dunque di arricchire la produzione di foraggi», racconta Marina.

Biodiversità da difendere

La marcite, o prato marcitorio, è una tecnica antica, tipica della pianura a sud di Milano con la quale si fa marcire, su terreni irrigati, l’ultimo taglio, facendo stagnare le acque d’inverno. Questo sistema, che ha reso fertili le terre paludose già alla fine del ‘200, è stato ideato dai monaci Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle ed ha portato, alcuni secoli più tardi, alla realizzazione dei Navigli. Se la produzione di foraggio e l’allevamento di mucche da latte rappresentano una ricchezza per Cascina Campazzo, il Parco propone una biodiversità unica di fauna con 70 tipi di uccelli censiti nel parco tra stanziali e migratori, mentre a fine maggio sono visibili ancora le lucciole. «Questo significa che a dispetto della vicinanza con il centro cittadino e l’inquinamento, qui l’aria è pulita – sottolinea Marina, che nutre un certo risentimento verso chi associa il Parco agricolo alla discarica abusiva di Selvanesco -. Anche l’acqua non è inquinata, infatti dalle analisi fatte al terreno e alle acque del parco nel
2017, è emerso che non c’è la presenza di metalli pesanti».

Il degrado non abita qui

Poco distante da qui, nel quartiere Selvanesco, la situazione è ben diversa. I residenti lamentano la presenza di montagne di immondizia. Di chi è la colpa? Proviamo a chiedere a chi gestisce da anni Cascina Campazzo, ma senza avere risposta, eppure a Selvanesco il degrado è ovunque. Sotto la
ricca vegetazione si trovano rifiuti di ogni genere, e a preoccupare la popolazione residente sono anche gli incendi spesso dolosi che mettono a rischio la vegetazione. Due facce, insomma, della stessa realtà: degrado e paura a Selvanesco, attività e ottimismo a Cascina Campazzo. «Qui vengono le donne della
comunità araba a fare il formaggio – aggiunge Marina – e negli ultimi 3 anni grazie ad un progetto Cariplo, sono stati creati due piccoli boschi con 10 mila piante. Parco Ticinello è un corridoio ecologico importante ben diverso da altre realtà milanesi come il bosco di Rogoredo. Qui non ci sono problemi di droga o di aggressioni. Negli ultimi anni solo un episodio di vandalismo alla bacheca del parco. Si può girare di notte a caccia di lucciole senza alcun problema, la cascina abitata è un deterrente per i malintenzionati. Tre famiglie vivono e lavorano nel Parco, ci sono laboratori didattici e visite guidate. Con un bando regionale abbiamo riadattato un vecchio forno. Chiunque può venire qui con un impasto e cuocere all’aperto il suo pane».

«Coabitazione tra modello agricolo e metropoli»

Un mondo agricolo pulsante che sopravvive anche al degrado e all’inquinamento. «Non bisogna confondere il Parco Ticinello con le discariche abusive di Selvanesco – riprende l’esponente del comitato Parco del Ticinello -; l’acqua del parco arriva dal Naviglio grande, nei pressi della Darsena e di Porta
Ticinese c’è un tratto, al ponte di Pietra bianca dove è visibile e, se si analizza, come abbiamo fatto noi, si può notare che non è più calcarea di quella dell’acquedotto e soprattutto non contiene sostanze inquinanti. Il nostro è un modello interessante, di possibile coabitazione tra attività di produzione agricole e metropoli, da tutelare e valorizzare. Ed è quanto chiediamo all’amministrazione. Il nostro parco è diverso dal bosco in città o parco Sempione, non è pensato per i barbecue, ma per riscoprire il mondo rurale di una volta con i balli sull’aia, il forno per il pane e la passeggiata tra le lucciole. Una rarità che va tutelata».

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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