Oltre le parole i fatti,  Fondazione Onda in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in programma il prossimo 25 novembre, dedica una settimana dal 22 al 28 novembre al sostegno delle donne che quotidianamente sono oggetto di violenza fisica o verbale.

#violenzaalplurale

Con la campagna di sensibilizzazione #violenzaalplurale vuole far luce su tutti i tipi di violenza femminile e  dare supporto alle donne che vivono situazioni di disagio. «L’obiettivo della campagna è sensibilizzare il pubblico sull’esistenza di diversi tipi di violenza, oltre a quella fisica e sessuale», spiega Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda.

Dalla violenza fisica alla violenza economica, tutte le forme di violenza sulle donne

Una volta era prevalentemente violenza fisica. Oggi invece la violenza è molto più subdola. Esistono, infatti, violenze verbali, psicologiche e persino economiche. «È importante sottolineare come il controllo che può essere esercitato su una donna non scaturisce solamente dalla forza fisica, ma anche dalla volontà di controllare e limitare la sua libertà personale in tutti i sensi, con lo scopo di isolarla e lederne la dignità – sottolinea la Presidente di Fondazione Onda -. A tutto ciò, si aggiunge anche una tematica nuova, quella della violenza della malattia».

La violenza della malattia

Molte volte la violenza riguarda proprio la sfera della salute di una donna. La notizia di una malattia improvvisa infatti può avere un effetto devastante sulla relazione di coppia e generare una forma di violenza psicologica sulla donna. «Quando una patologia irrompe nella vita di una persona, può avere un impatto drammatico sulla qualità di vita, stravolgendo la quotidianità e le relazioni, minando il senso della propria identità». Per questo sono stati istituiti negli ospedali con il bollino Rosa e nei centri antiviolenza aderenti dei percorsi gratuiti dedicati, con la possibilità di ricevere informazioni, consulenze, fare visite mediche e colloqui.

Rompere il silenzio è il primo passo per combattere la violenza sulle donne

Dal 22 al 28 novembre ci sarà perciò la terza edizione dell’H Open Week sulla violenza contro le donne in oltre 200 ospedali italiani con il bollino Rosa. Con questa iniziativa, dunque, Fondazione Onda vuole avvicinare le donne alla rete di servizi antiviolenzaStrutture che possono offrire percorsi di accoglienza protetta e progetti di continuità assistenziale e di sostegno. Rompere il silenzio, è il primo passo.

Una cultura da sradicare nel mondo

La violenza sulle donne in Italia ha generato negli ultimi dodici mesi 105 femminicidi, un fenomeno in crescita rispetto agli anni precedenti. Mentre noi ci interroghiamo sul ruolo della famiglia patriarcale, sul compito della scuola e della società; oltre confine ci sono Paesi dove si coltiva un odio profondo verso le donne e ciò che rappresentano. «Purtroppo, vi sono affermazioni standard, che, troppo spesso, non vengono riconosciute come insulti, e questa violenza verbale, rivolta contro troppi atti e azioni del tutto innocenti delle donne, non viene condannata. Perché?  – si domanda Nicla Vassallo, Professore Ordinario di Filosofia Teoretica, Ricercatore associato Cnr, Alumna King’s College London -. Forse in quanto le donne sono considerate inferiori? Sono senz’altro considerate tali o, meglio, alla stregua di prede».

Troppi uomini credono di possedere le donne

«Non posseggono “armi” con cui difendersi, se non quelle di azzerare i loro cinque sensi, a partire dalla vista, nel tentativo di zittire il loro, proprio corpo, al fine di non cadere nel baratro – aggiunge Vassallo -. È anche perché troppi uomini nel mondo ritengono che debbano possedere le donne; da ciò le donne non possono, né riescono a trovare una via di fuga. Coloro che vi provano vengono spesso massacrate. Troppi uomini nel mondo confondono le donne, che sono persone, e di cui non si può, né si deve fare ciò che si vuole, con oggetti, con giocattoli».

 Dove trovare gli ospedali con il bollino rosa

Avere risposte concrete e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto senza correre pericoli è fondamentale. Per questo rompere il silenzio può fare la differenza. Avvicinarsi alla rete dei servizi degli ospedali con il bollino rosa e dei centri antiviolenza che  offrono percorsi di accoglienza protetta  rappresenta una concreta via di fuga. Le strutture aderenti alla campagna #violenzaalplurale sono consultabili sul sito www.bollinorosa.it  Nella città di Milano sono  diversi gli ospedali  con il bollino Rosa: ASST Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini; ASST Santi Paolo e Carlo; lo IEO, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Lombardia; Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta e l’Istituto Clinico Città Studi.

 

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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