La nascita è una delle emozioni più forti nella vita di una donna. Per alcune future mamme però questo percorso è tutto in salita. È il caso delle donne sorde costrette ad affrontare il momento della  gravidanza, con tanti dubbi e paure che spesso non trovano risposte. Per superare questo gap e mettere le future mamme sorde in una situazione di maggiore benessere il Policlinico di Milano ha creato presso la clinica Mangiagalli, un percorso nascita su misura per donne sorde.

La lingua dei segni in sala parto per mamme sorde

Dunque per le mamme sorde che partoriscono alla Mangiagalli (primo centro nascite della città con oltre 5500 parti annui) da oggi c’è la possibilità di essere affiancate dalle prime visite,  fino alla fase del parto e anche nei mesi successivi, da una interprete della lingua dei segni. «Il progetto – spiega Matteo Stocco, direttore generale del Policlinico di Milano – è una grande opportunità che l’Ospedale ha sviluppato con l’Ente Nazionale Sordi di Milano. È un contributo necessario all’umanizzazione delle cure, nell’ottica di un Ospedale sempre più aperto e inclusivo».

Un video tutorial per abbattere le barriere

Per aiutare ancor più le mamme sorde, è stato realizzato un video che spiega alle mamme le fasi salienti del parto.  «Abbiamo dato seguito ad un progetto iniziato prima del Covid – sottolinea  Laura Chiappa, Direttore Sanitario della Fondazione IRCCS Policlinico -. Abbiamo identificato i momenti salienti della gravidanza e del parto e li abbiamo raccontati in modo da rendere il momento più naturale possibile. Questo servizio, inoltre, favorisce  l’accesso delle donne sorde all’ambulatorio del basso rischio ostetrico dove ogni donna può trovare una figura di riferimento».

Mediatori per mamme sorde e straniere

Ad avvantaggiarsi di questo servizio saranno anche le mamme straniere con difficoltà di comunicazione a causa della lingua. I mediatori linguistici potranno supportare le donne di tutte le etnie maggiormente presenti a Milano: filippine, spagnole, arabe, cinesi, e cingalesi. Il progetto infatti prevede la traduzione in dieci lingue delle informazioni basilari e dei consensi che occorre fornire durante il percorso  nascita. La mediazione riguarda non solo le prestazioni ostetriche ma anche consulente psicologiche e socioassistenziali.

 

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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