Ha preso il via nei giorni scorsi a Milano il primo servizio pubblico di radiografie a domicilio. A realizzarlo è l’ASST Fatebenefratelli Sacco con  una unità radiografica portatile nell’ambito del “progetto Sperimentale di innovazione sociale e welfare locale nei quartieri di edilizia residenziale pubblica localizzati nella città di Milano”.

Si comincia dalle case Aler

«Il primo servizio è stato fatto nelle case Aler di Corvetto – spiega Davide Monterisi, tecnico di radiologia ed esponente sindacale della sigla Nursing Up – . L’avvio non è stato semplice per il lungo iter burocratico, ma finalmente siamo riusciti ad eseguire i primi raggi X toracici a pazienti allettati».

Come funzionano le radiografie a domicilio

Le radiografie a domicilio sono realizzate con un’apparecchiatura di ultima generazione della società  Fujifilm Italia S.p.A., di Cernusco sul Naviglio (Mi) che ha vinto l’appalto.

«Si tratta di una comoda valigia contenente un tubo a raggi X che si monta su un’asta – spiega Monterisi –. Una cassetta digitale raccoglie i dati e li trasmette attraverso un pc all’ospedale. Le immagini riprodotte sono di buona qualità. Le normative vigenti in tema di esposizione sono rispettate. Lo spazio domiciliare viene protetto dalla dispersione delle radiazioni con sistemi di contenimento. Inoltre, noi tecnici di radiologia siamo dotati di scarpe antinfortunistiche».

Referti in poche ore con le radiografie a domicilio

Possono accedere al servizio pazienti allettati, anziani, fragili o con patologie oncologiche. La richiesta deve essere inoltrata dal medico di medicina generale. Ad oggi la priorità è data a chi si trova in condizioni di assoluta fragilità. «Il servizio di radiografie a domicilio, se pur ancora in una versione ridotta, rappresenta una grande conquista per l’ASST Fatebenefratelli Sacco e più in generale per la Sanità Pubblica – ammette il tecnico radiologo -.  A fronte di una spesa per l’attrezzatura di circa 70 mila euro, è in grado di garantire un referto in poche ore con un importante risparmio in termini di costi». Resta da sciogliere il nodo delle criticità rappresentate dal personale ridotto e dalle lunghe liste d’attesa. Su questo punto ancora devono essere prese le giuste misure come confermano i quattro interventi fatti in un mese.

L’ospedale di domani

Il primo servizio di radiografia domiciliare per pazienti allettati in condizione di fragilità rappresenta un tassello del nuovo corso dell’ASST Fatebenefratelli Sacco sotto la direzione di Maria Grazia Colombo. Il Direttore Generale nei giorni scorsi, intervenuta in Regione Lombardia al convegno “la Sanità che vorrei”, ha evidenziato le criticità del Sistema Sanitario Nazionale e come garantire copertura universale e qualità ai cittadini. Tra le criticità evidenziate l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche che inevitabilmente andranno ad incidere sul SSN, ipotizzando una digitalizzazione e trasformazione tecnologica per ridurre le ospedalizzazioni e gli spostamenti inutili.

Sportello digitale e sensori

«Con il PNRR oggi ci sono i fondi per istituire la piattaforma nazionale dei dati, lo sportello digitale unico e implementare la telemedicina  con dispositivi e sensori collegati al paziente – ha detto -. Questo permetterebbe di ridurre il tasso di ricovero, di destinare gli ospedali a visite specialistiche, interventi in acuzie e malattie; mentre la cura dei cronici e l’attività di prevenzione potrà essere fatta sul territorio».

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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