Nella periferia nord di Milano sono molti i figli di genitori in carcere, giovani che si sentono emarginati e
costretti a nascondere le proprie origini. Sara, volontaria della Fondazione Aquilone da anni si occupa di
loro, li segue, tiene vivi i sogni e li incoraggia a credere in un futuro migliore. Un impegno che porta avanti con una passione che trasmette in ogni parola o sguardo.

Fondazione Aquilone, ancora di salvezza

«Mi emoziono quando parlo di loro – ammette -, sono parte di me, della mia vita. Ho iniziato a collaborare con la Fondazione qualche anno fa e da subito ho capito che per questi ragazzi noi educatori siamo un punto di riferimento prezioso. Vedono in noi l’ancora di salvezza per uscire da un limbo in cui sono cresciuti e che li vuole, loro malgrado, etichettati come i figli di chi sta scontando una pena in carcere. È come se si sentissero responsabili dei danni causati dai genitori e si autopunissero per questo.

Sogni da inseguire

A volte mi capita di sentire nei loro discorsi emergere un desiderio o un sogno per un futuro di riscatto. C’è chi vorrebbe fare il medico o l’avvocato, ma subito dopo ridimensionano i loro desideri perché convinti di non poter ambire a tanto. Ecco, l’impegno dei miei colleghi e mio è proprio questo: convincere questi ragazzi che il futuro è nelle loro mani, nessun sogno è precluso se si impegnano e ci credono fino in fondo. È una terapia lunga, ma sta dando ottimi risultati. Ogni qualvolta uno di questi ragazzi si diploma e manifesta la volontà di andare all’università per noi è una piccola vittoria e una grande iniezione di fiducia per continuare il cammino».

Distanti, ma vicini

La strada è in salita, tanto più con la pandemia che ha acuito le distanze. «Noi non ci arrendiamo – puntualizza Sara sempre con il sorriso – in questi mesi per non lasciarli soli abbiamo inventato webinar di ogni tipo, giochi a distanza, ricerche, e per Natale siamo andati da loro con un dono. Al nostro arrivo qualcuno era imbarazzato, aveva difficoltà a mostrare dove viveva, ma superati i primi attimi, il gesto è stato molto gradito.

Il diploma una piccola vittoria

Ora stiamo lavorando per preparare chi deve affrontare la maturità a distanza, perché l’abbandono scolastico è una nota dolente contro cui dobbiamo combattere quotidianamente. Per questo abbiamo dato alcuni pc a chi ne era sprovvisto, mettiamo a disposizione il centro di aggregazione per chi non può seguire le lezioni in DAD da casa e continuiamo a ripetere loro che nessun traguardo è impossibile se c’è la volontà di raggiungerlo».

A Dergano e Maciachini contro l’abbandono scolastico

Un lavoro analogo viene fatto da due anni anche nella zona di Dergano e Maciachini dove l’abbandono
scolastico è una delle piaghe più sentite. Lì c’è una altissima densità di popolazione straniera che si riflette all’interno degli istituti scolastici della zona. La Fondazione Aquilone è presente con uno spazio nelle case popolari di via Murat dove è stato creato uno sportello di ascolto oltre ad attività per i minori inserite nel programma QuBì

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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