Perché alcune persone esposte al virus del Covid si sono ammalate in modo severo ed altre invece non hanno contratto il virus o hanno avuto sintomi lievi? Questa domanda che per mesi ha suscitato la curiosità di molte persone e portato ricercatori a studiare ed indagare i malati, sembra aver trovato finalmente una risposta nello studio Origin realizzato dai ricercatori dell’Istituto Mario Negri e pubblicato sulla rivista Science.

L’origine del Covid in forma severa nei geni di Neanderthal

I ricercatori dell’Istituto Mario Negri per ventiquattro mesi hanno analizzato la relazione esistente tra la malattia e i fattori genetici nella popolazione della provincia di Bergamo, epicentro della pandemia. 9733 gli aderenti che hanno compilato un questionario sulla storia clinica e familiare riferita al Covid-19. All’interno di questo campione i ricercatori hanno individuato 1200 persone, tutte nate nella città o nella provincia di Bergamo.  Le hanno divise in tre gruppi omogenei per caratteristiche e fattori di rischio: 400 hanno avuto una forma grave della malattia, 400 hanno contratto il virus in forma lieve e 400 non l’hanno contratto.

Lo studio del Dna

Una tecnologia in grado di leggere centinaia di migliaia di variazioni su tutto il genoma ha analizzato i campioni di DNA. Questo ha permesso di individuare, per ogni partecipante, circa 9 milioni di varianti genetiche e di rilevare la regione del DNA responsabile delle diverse manifestazioni della malattia. In questa regione alcune persone hanno una serie di variazioni dei nucleotidi (le singole componenti che costituiscono la catena del DNA) che ereditati insieme, formano un aplotipo. Questa suscettibilità è collegata in particolare alla presenza di tre dei sei geni di questa regione che si trovano nel cromosoma 3. Si tratta dei geni CCR9 e CXCR6 responsabili di richiamare i globuli bianchi e causare infiammazione durante le infezioni; e del gene LZTFL1 che regola lo sviluppo e la funzione delle cellule epiteliali nelle vie respiratorie, condizionando le diverse manifestazioni della malattia.

Un milione di morti di Covid con il gene di Neanderthal

«La scoperta sensazionale è che 3 dei  6 geni presenti nei soggetti che hanno avuto il Covid in forma severa, provengono da Neanderthal – ha spiegato Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto Mario Negri -. In particolare, nel genoma Vindija che risale a 50 mila anni fa ed è stato trovato in Croazia. Questo genoma, un tempo probabilmente proteggeva i Neanderthal dalle infezioni, mentre oggi causa un effetto di risposta immunitaria, che non solo non protegge, ma espone ad una malattia più severa. Le vittime di Covid con il cromosoma di Neanderthal nel mondo sono circa un milione (su quindici milioni complessivi) e potrebbero essere proprio quelle che, in assenza di altre cause, sono morte di Covid per una predisposizione genetica».

Più del doppio del rischio di sviluppare il Covid in forma grave

«I risultati dello studio hanno dimostrato che chi è stato esposto al virus ed è portatore dell’aplotipo di Neanderthal, ha avuto più del doppio del rischio di sviluppare Covid grave  – ha aggiunto Marina Noris, Responsabile del Centro di genomica umana dell’Istituto Mario Negri -. Quasi tre volte in più il rischio di avere bisogno di terapia intensiva e un rischio ancora maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica rispetto ai soggetti che non hanno questo aplotipo».

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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