Pelle chiara ed esposizione al sole prolungata senza protezione possono generare una cheratosi attinica, più comunemente nota come cheratosi solare. Si presenta con manifestazioni cutanee squamose a croste dolenti, localizzate prevalentemente in zone esposte alla luce del sole come naso, padiglione auricolare, fronte, guancia e nuca. Per lo più è asintomatica, ma se genera prurito o tensione della pelle è bene rivolgersi ad un dermatologo.

Cos’è la cheratosi attinica

Queste lesioni cutanee vengono facilmente confuse con semplici inestetismi, invece potrebbero essere il campanello d’allarme della cheratosi attinica. Una patologia della pelle che interessa in particolare le persone con un’età avanzata, uomini over 60 con la pelle chiara. Negli ultimi anni, però, l’età di chi è colpito da questa patologia si è abbassata ed oggi ne soffrono circa il 27% degli over 30.

L’importanza della prevenzione

La cheratosi attinica è una patologia da non sottovalutare, anche perché può evolvere verso una forma invasiva di tumore cutaneo, il carcinoma squamocellulare. Fondamentale dunque è la   prevenzione. «Le macchie della pelle non sono tutte uguali e alcune necessitano di attenzioni specifiche perché potenzialmente gravi – spiega Giuseppe Argenziano, Presidente di SIDeMaST (Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse) – tra queste ci sono le cheratosi attiniche. Esse compaiono infatti per l’80% su aree del corpo esposte al sole, quindi viso, collo, mani, avambracci e cuoio capelluto, soprattutto nelle persone meno giovani, di carnagione chiara. Negli stadi iniziali possono essere più facili da sentire alla palpazione che da vedere. Solitamente sono asintomatiche, talvolta dolorose, soprattutto possono evolvere in un tumore cutaneo. Per questo diagnosticarle e trattarle precocemente è indispensabile».

Al via la campagna Derma Point, facciamo il punto sulla cheratosi attinica

Più precoce è la diagnosi, più facile è la cura. Per sensibilizzare la popolazione a rischio, aumentando il grado di consapevolezza sulla patologia, perciò il prossimo 30 settembre in concomitanza con la prima Dermo week a Milano prende il via la campagna “Derma Point, facciamo il punto sulla cheratosi attinica“. L’iniziativa promossa dalla Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse,  prevede una giornata di screening dermatologico in dodici strutture distribuite sul territorio nazionale. Si comincia il 30 settembre all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano dalle 8,30 alle 13. I dermatologi offriranno consulti gratuiti prenotando al link https://eventi.derma-point.it/milano1

Visita dermatologica gratuita

Il team di dermatologi dell’Ospedale San Raffaele coordinati dal professor Franco Rongioletti saranno a disposizione dei pazienti in due ambulatori per una prima visita dermatologica e, in caso di necessità, verrà effettuato un esame specialistico, la videodermoscopia.  «Una volta fatta la diagnosi, il dermatologo sceglie il trattamento più idoneo – sottolinea Rongioletti -.  Per la cheratosi attinica si può agire in diversi modi: con la crioterapia, la laserterapia o l’elettrocoagulazione, fino all’asportazione chirurgica.  Nei casi idonei con lesioni multiple, l’uso di terapie mediche con farmaci topici consentono il trattamento di queste lesioni. Tra questi  il 5-Fluorouracile, l’Imiquimod, gli antinfiammatori non steroidei e più recentemente la tirbanibulina. Sono nel complesso farmaci gestibili ed efficaci, ma il paziente deve essere opportunamente seguito ed istruito per evitare reazioni infiammatorie in sede di applicazione».

Monitoraggio dei pazienti e follow up  da 1 a 6 mesi

Il paziente trattato con questo tipo di farmaci, viene monitorato fino a sei mesi per valutare la completa risoluzione delle lesioni. «L’obiettivo generale è quello di trovare farmaci sempre più selettivi ed efficaci con meno effetti collaterali in grado di ridurre gli interventi chirurgici, considerando che spesso i pazienti sono anziani e con lesioni multiple» conclude il Primario dell’Unità di Dermatologia Clinica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

 

 

Di Federica Bosco

Giornalista professionista e scrittrice, responsabile e coordinatrice del blog Obiettivo Milano

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